“Men” mostra di pittura di Tiziana Viola Massa, intervista all’autrice.

In questi giorni si sta svolgendo, presso la  Galleria Studio 71 di via Fuxa a Palermo, la mostra di pittura di Tiziana Viola Massa intitolata “Men”, dedicata agli uomini che l’artista spoglia da ogni apparenza. Nudi sono i corpi raffigurati, ma al contempo vestiti di ogni paura, contraddizione, fragilità ed in questo svestimento sono resi veri, autentici, umani, ma anche metafisici davanti agli occhi di chi li osserva. La mostra curata da Marcello Scorsone e Vinny Scorsone è presentata con testi in catalogo scritti da Vinny Scorsone, che è autrice anche della  toccante poesia  che apre il  catalogo, ispirata da uno dei quadri più significativi di tutta la mostra. “L’ascesa” è una tela che mi è impossibile non accostare a un’immagine dell’iconografia cristiana, Maria è ai piedi del Cristo nell’atto di dargli  l’ultimo abbraccio materno prima dell’addio; l’uomo ferito, morente tenta di lasciarsi andare lievemente verso l’alto, come per abbandonare la sua croce verso qualcosa di extracorporeo, trattenuto da un rassegnato abbraccio d’amore. L’autrice accompagnando i suoi visitatori spiega che quella donna non è necessariamente la Madonna, la madre, ma può anche essere la compagna, la donna che ama. E’ forse l’atto di un estremo addio e mentre riecheggiano nell’aria i versi scritti da Vinny Scorsone “Rimani con me affinchè io possa abbracciarti ancora una volta, ancora una notte. Il tuo corpo si piega e si tende ad un passo dall’annullamento”, Tiziana Viola Massa ci spiega che la croce non è fuori dall’uomo, ma è l’uomo stesso ed il quadro è dedicato al rapporto amoroso che crea una simbiosi tra corpi e anime.

L'ascesa

Le tele di Tiziana Viola Massa sono vibranti, comunicano e suscitano emozioni ed empatia, i corpi sembrano librarsi fuori dal quadro, composti da materia densa che li rende tridimensionali, vivi. Emergono ferite, i muscoli sono tesi, in continuo movimento, ma si tratta di un movimento che scorre lentamente. Sono uomini in balia della vita, quasi abbandonati a se stessi, alla ricerca di qualcosa di trascendente al di fuori di sé ed al contempo tormentati dalle proprie paure e debolezze tutte umane. Sono corpi nudi, non c’è nulla da nascondere, nulla da censurare, non c’è scandalo in queste opere, la nudità non è ammiccante, mai  è peccato. In un corpo nudo non c’è vergogna, sono i moralismi, le falsità, le ipocrisie a rendere volgare l’umanità, questo appare nitido in una mostra dove  il corpo nudo è purezza sensuale, natura, riflessione, dolore, vita.

studio per nudo maschile

Nella tua produzione artistica un ruolo importante ha avuto l’arte sacra ed anche nelle opere di questa mostra la spiritualità emerge come filo conduttore. Oltre “l’Ascesa” c’è ad esempio il quadro intitolato “la giovane croce” che mostra l’infanzia negata dalle guerre e dalla violenza in generale, dove il protagonista è il corpo di un giovane ragazzo metaforicamente crocifisso. Si intravede una certa esigenza di trascendenza dalle tue opere. Parlami del tuo rapporto con la religiosità.

La religione mi ha influenzata, certo. Sembrerà contraddittorio però io purtroppo non sono molto praticante, forse cerco di espiare questa cosa attraverso la pittura. Per me nel realizzare arte sacra, più che la rappresentazione, contava entrare dentro il verso biblico interpretandolo e questa interpretazione mi avvicina molto più di altro alla spiritualità. Anche se questa mostra è incentrata sul nudo maschile io ci tenevo ad inserire un’opera che si rifacesse alla croce, però più quotidiana rispetto al divino in sé.

Nei tuo quadri sono rappresentati tanti corpi nudi, ma anche sguardi mistici, estatici, può essere quindi l’arte un veicolo per  coniugare la carnalità alla spiritualità? La religione spesso tende a censurare il corpi, qui  invece c’è l’esaltazione di questi, emerge che non c’è  vergogna nel nudo.

L’unica cosa che posso dire è che secondo me la spiritualità nasce dal corpo, pensiamo sempre che la spiritualità e che il divino siano  qualcosa di astratto, ma io ho sempre pensato che Gesù prima di tutto sia stato un uomo, quindi secondo me la verità sta nell’uomo in sé, uomo o donna che sia, nella carnalità della persona che poi si evolve e aspira a qualcosa di più. L’arte sacra parte dagli uomini.

Non credo che Gesù sia stato crocifisso con il pareo come si è soliti pensare. Secondo te, mentre era martoriato, umiliato avevano il tempo di coprirlo? Hanno cercato di umiliarlo ancor di più nella nudità, mentre io lo volevo eleggere a ciò che è, a ciò che di vero c’è, perche secondo me le persone sono vere anche quando si specchiano nella loro nudità. Vuole essere un ritorno primordiale a quello che siamo veramente.

la giovane croce

La tua scelta come artista ed anche donna di dipingere nudi maschili è stata abbastanza coraggiosa, quanto tu  ti sei dovuta spogliare dei tuoi tabù?

Si è vero non è stato facile, devo dire che in questo mi ha aiutato molto Vinny (che ha curato la mostra), quando ho cominciato a dipingere ricordo che l’ho chiamata e le ho detto: “ma posso mostrare le cose per come sono, oppure devo celare perché esistono sempre questi tabù?”. Lei mi risponde: “no perché in pittura non ci sono tabù, devi essere libera, non avrebbe senso altrimenti fare questa mostra”. Non è stato facilissimo. Siamo più abituate a ritrarci noi donne, anche perché il corpo maschile è difficile da rappresentare, non si può improvvisare, bisogna fare delle pose dal vero, degli scatti. Non è stata una passeggiata, io finora avevo sempre dipinto donne, tranne la figura più legata all’arte sacra, il Santo, che è sempre uomo però… Trovarmi invece con guerrieri, con  la forza, la virilità, è stato come fare tutto un altro tipo di  discorso. Però a parte l’inizio più difficoltoso, mi sono poi venute in mente nuove idee su questo tema da continuare ad approfondire.

Come  vivi il connubio tra essere donna e artista?

Che ti devo dire che non è facile essere donna e artista? Noi abbiamo più cose da fare, perché l’uomo spesso chiude casa e se ne va e può fare l’artista, noi abbiamo altre cose a cui non vogliamo rinunciare e non sarebbe giusto farlo perché sono dei valori aggiunti. In questa città puoi fare sempre qualcosa di impegnativo, che non è mai stato fatto, ma non avrà mai, con tutto il sacrificio anche delle persone che ti stanno dietro, la rilevanza che potrebbe avere in altre città che danno spazio effettivamente alle cose nuove. Ci sono i  politicanti, i partiti, questo da un po’ fastidio, in qualche caso c’è anche un po’ di maschilismo, ma io questo non l’ho vissuto, sono stata fortunata.

Ritornando alla mostra, c’è rappresentata la guerra con i suoi eroi ed il gioco. C’è il palloncino, l’aquilone, il cavallo a dondolo…

Questi elementi fanno parte entrambi della vita, sono due aspetti con cui  l’uomo deve fare i conti sia quando è giovane nel gioco e  poi quando cresce e si rende conto che deve affrontare determinate cose difficili, non solo la guerra in sé, ma anche i problemi della quotidianità.

Nei tuoi quadri c’è il guerriero rappresentato attraverso figure quali Ulisse, Leonida, Anchille, ma anche l’ uomo fragile. Quale uomo volevi fare emergere?

La nostra è stata una provocazione,  c’è l’uomo guerriero, però se tu guardi bene tutti questi uomini sono fragili, perché per me in questo momento l’uomo è fragile, noi donne forse perché abbiamo più cose da fare, forse perchè dobbiamo dimostrare di più, nella vita in generale lo siamo meno, invece l’uomo da solo è più debole, ha bisogno del sostegno della donna. E’ una provocazione perché anche la potenza degli eroi e dei guerrieri è contenuta, non c’è un’esplosione di forza. Se guardiamo a quello che succede oggi l’uomo o utilizza la violenza per sopraffare la donna o al contrario tende ad assomigliarle, è un momento di confusione perché spesso non ci riusciamo a capire tra noi. Da qui è nata la provocazione.

Achille

In alcuni quadri per esempio ne “Il tempo, il corpo e il gioco” dove rappresenti tre generazioni, ci sei tu, anche se non sei ritratta, ci sei come mamma, figlia, compagna.  Poi c’è il quadro intitolato “Ti vestirò di soli sogni” dove ti ritrai nell’atto di dipingere un uomo. Sono prevalenti gli uomini, ma è evidente che ci sei anche tu in questi quadri.

In realtà in questi quadri si vedono solo due donne, il mio autoritratto e la donna che abbraccia l’uomo nell’ascesa, per il resto la mostra è tutta dedicata agli uomini, però forse è un modo per esserci, per dire: “ci sono. Nonostante ci siete voi, forse è perché in un minimo ci siamo noi”.

Il tempo,il corpo e il gioco

Scopro che Tiziana Viola Massa ha cominciato a disegnare da bambina creando vestiti per gioco, poi ha continuato intraprendendo studi artistici, ha iniziato appassionandosi all’espressionismo, utilizzando colori caldi, mentre adesso la sua tavolozza è più calma, ha tante idee da elaborare e nuovi progetti da portare avanti.

Quella che ho incontrata è una vera artista, che non ha bisogno di tante parole per essere raccontata, bastano le sue opere a trasmettere emozioni, a scuotere l’animo umano, ad uscire fuori dalla realtà per entrare nel suo mondo fatto di pulsioni e palpiti.

La mostra è visitabile entro il 24 Ottobre 2015. Per informazioni visitare il sito http://www.studio71.it/pagine/tiziana.htm

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