I DIRITTI NEGATI: Concorso Fotografico “GUIDO ORLANDO” 2018 – PREMIO FOTOGRAFICO PEPPINO IMPASTATO

 

concorso guido 2018

Anche quest’anno l’associazione AsaDin, in collaborazione con Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato e con il sostegno ideale dell’Associazione Peppino Impastato, di Witness Journal e della famiglia Orlando, bandisce il Concorso fotografico Guido Orlando – PREMIO FOTOGRAFICO PEPPINO IMPASTATO.

Lo scorso anno il concorso ha avuto un grande successo, sono arrivate più di 100 foto che sono state valutate dalla Giuria composta dal Fotoreporter Tano D’Amico, dal Fotografo Francesco Seggio e dal Pittore e Fotografo Pino Manzella. Le dieci foto selezionate sono ancora esposte all’interno del bene confiscato Ex Casa Badalamenti.

Sono aperte le iscrizioni, la partecipazione è gratuita, la data di scadenza per inviare le foto è il 22 Aprile 2018.

La giuria composta da Tano D’Amico (Presidente), Francesco Seggio e Pino Manzella è stata riconfermata.

La premiazione avverrà la sera del 7 Maggio a Cinisi alla presenza della giuria di qualità.

Anche quest’anno le foto selezionate saranno esposte nella Mostra I Diritti Negati presso l’Ex Casa Badalamenti, a cento passi da Casa Memoria, durante le giornate del 9 Maggio a Cinisi (PA), in occasione del Quarantesimo Anniversario dell’assassinio mafioso di Peppino, migliaia di visitatori avranno l’opportunità di visitarla. Verranno inoltre pubblicate sulla rivista Witness Journal, sostenitrice del concorso e sul sito di Casa Memoria.

Il concorso fotografico ha come tema i “DIRITTI NEGATI” lo stesso tema su cui sono incentrate tutte le iniziative del 9 maggio 2018.

“I Diritti Negati sono quei diritti umani tolti ai più deboli di tutto il mondo costretti a subire violenze, a vivere nella povertà, nel degrado e nelle malattie, a vivere gli orrori della guerra, la fuga dal pericolo, i viaggi della speranza, alla fine dei quali si trovano spesso ulteriori difficoltà, sofferenze ed emarginazione. I Diritti Negati sono quelli di una società che toglie la possibilità di esprimere se stessi, le proprie scelte, le proprie attitudini, la libertà. Vittime sia gli adulti, ma soprattutto i bambini. I Diritti Negati sono quelli elementari che riguardano la stessa esistenza, il rispetto della dignità e della persona. Riguardano la negazione del lavoro, della salute, dell’istruzione, della possibilità di svolgere una vita in autonomia, ma le negazioni sono anche culturali, quando è ostacolata la libera espressione di sé, quando esistono discriminazioni per etnia, religione, scelte sessuali, scelte ideali, etc. La fotografia può avere un ruolo culturale di denuncia, di informazione, di comunicazione, di sensibilizzazione, di strumento di sostegno, di lotta e di verità.”

Guido Orlando, a cui l’associazione AsaDin dedica il concorso, è stato uno dei compagni di Peppino Impastato, tra i fondatori di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, dell’Associazione fotografica Asadin e di altre realtà aggregative, scomparso prematuramente nel 2012. Guido Orlando quando era ancora in vita, aveva contribuito ad ideare questo premio fotografico. Durante la sua vita ha fatto della fotografia la sua forma massima di espressione. Con la fotografia ha documentato, conservandone la memoria, le attività politiche e culturali di Peppino e dei suoi compagni. Presente in tante iniziative, sempre con la sua inseparabile macchina fotografica. Nelle sue diverse pubblicazioni si è occupato di lotte per i diritti negati, ambiente, natura, dell’ecosistema siciliano e del rapporto tra esseri umani e paesaggio, grazie ai tantissimi reportage svolti durante i suoi viaggi in giro per il mondo, facendo della fotografia una professione, ma anche una forma di impegno artistico e sociale.

Il concorso Guido Orlando si propone di promuovere la fotografia sociale, che racconta la realtà osservandola con uno sguardo critico e sempre alla ricerca della verità. Una fotografia che ha come tema i conflitti sociali, il disagio e le storie quotidiane, e come protagonisti i più deboli, osservati focalizzando l’attenzione sulla dignità e la bellezza umana. Le immagini sono il racconto del presente ed il simbolo della speranza e del cambiamento.

Per info associazioneasadin@libero.it

Per partecipare e scaricare il bando clicca qui 

https://www.facebook.com/concorsofotograficoguidoorlando/

Mostra di pittura di Evelin Costa e Pino Manzella “IL LUNGO VIAGGIO …ed altre fantasticherie” a Terrasini

Domenica 3 Dicembre 2017 alle ore 18.00 presso il Margaret Cafè, in Via V. Madonia 93 a Terrasini (PA), sarà inaugurata la mostra di pittura di Evelin Costa e Pino Manzella “IL LUNGO VIAGGIO …ed altre fantasticherie”. La mostra promossa da Isola Viva e Associazione Asadin, con testo di presentazione di Evelin Costa sarà visitabile fino all’11 Gennaio 2018, tutti i giorni dalle 9.00 alle 23.00.

IL LUNGO VIAGGIO
…ed altre fantasticherie
di Evelin Costa
Un immaginario fatto di sogni, visioni poetiche, libri fiabeschi, desideri, aquiloni, mongolfiere, mondi vicini e lontani, da raggiungere o a cui anelare solo con la fantasia. E’ fuga dalla realtà per salvarsi o liberarsi, per fuggire dal dolore, dalle inquietudini dell’oggi, dalla convenzionalità o semplicemente per ritrovare se stessi… perdendosi un po’.
Il lungo viaggio è metafora di vita, può essere lento o frenetico, il tempo è relativo perché c’è un tempo individuale di cui nessuno conosce la durata e c’è un tempo collettivo e universale che è così grande da sembrarci incalcolabile. Il lungo viaggio percorre strade tortuose, in salita o in discesa. Alcune volte è un viaggio solo mentale, basta una barchetta di carta in una tinozza per farci raggiungere universi sconosciuti e scoprire nuovi approdi, trovare foreste animate, fiori volanti, stelle cadenti, animali strani, spaventosi o amorevoli, fioche albe, vortici di vento che trascinano foglie scolorite, castelli incantati, casette di marzapane, luci improvvise e bui profondi, uomini feroci e abbracci di sconosciuti.
E’ sufficiente sfogliare la pagina di un libro o osservare un quadro su una parete per volteggiare insieme ad innamorati volanti, per girare il mondo su un dirigibile, per vedere città galleggianti o abissi profondi, per inseguire conigli bianchi o catturare pesci giganti, per andare a caccia di fuochi fatui, per vivere sugli alberi, per trovarsi su zattere di pietra, per sentire il battito del cuore di un colpevole o l’amore di un santo, per indossare cappelli senza teste, consultare orologi senza tempo e planare su cieli ondulati. Bisogna solo far tornare quel bambino occultato in ognuno di noi, quel bambino dimenticato che abbiamo abbandonato sul banco di una scuola, che abbiamo lasciato crescere al primo dolore di adulti, che abbiamo chiuso in un nascondiglio con catenacci ormai arrugginiti, quel bambino che ci faceva tremare per la paura o lacrimare per la frustrazione, ma che al contempo sapeva sognare e sperare. L’arte è un piccolo bagliore di infanzia che non si è mai spenta, è ciò che permette di intraprendere il lungo viaggio senza invecchiare, anche se il volto è ormai segnato da rughe ed incorniciato da capelli bianchi, è un respiro profondo quando si è immersi nella solitudine, è il sogno quando la vita non permette di dimenticare, è voce e silenzio, è lotta e meditazione, è vita reale ed irreale.
il lungo viaggio ed altre ok

Cartoline d’artista per la libertà di espressione

mosaico aggiornato

In questi giorni da Facebook è partita una campagna che unisce l’arte, la libertà e l’amicizia, in contraddizione con il clima d’odio che dilaga ultimamente sui social network.

Questa iniziativa intitolata: “Cartoline per la libertà, #emilianolibero #liberitutti”, nata spontaneamente e per spirito di amicizia, ha coinvolto finora 50 tra pittori, fotografi e poeti che hanno dato un proprio contributo di solidarietà in nome della libertà di espressione.

Molti tra i partecipanti sono artisti di Palermo e provincia, nomi noti del panorama culturale siciliano, ma anche tante persone comuni che amano esprimersi attraverso le arti visive o la scrittura. Hanno partecipato anche artisti non siciliani, tra cui una pittrice messicana che da così lontano ha voluto contribuire con uno splendido dipinto. Anche due bambine hanno partecipato inviando un proprio disegno.

In questo caso facebook è stato utilizzato per creare una Community positiva di persone che si stanno unendo con lo scopo di solidarizzare con il giovane attivista di Partinico Emiliano Puleo e con altri quattro ragazzi italiani che da giorno 7 luglio si trovano ingiustamente reclusi nel carcere di Amburgo in Germania, dopo il G20.

Tanti, tra amici e familiari di Emiliano, in questi lunghi due mesi e mezzo, hanno cercato in diversi modi di chiedere la libertà del loro amico e non solo, proclamandone a gran voce l’innocenza. Sono stati realizzati presidi a Partinico, Palermo, Roma, Amburgo. Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato a Cinisi ha dato la sua solidarietà esponendo uno striscione dalla casa che fu di Peppino e di sua mamma e che oggi rappresenta un luogo di giustizia e legalità.

Tra le tante iniziative si è aggiunta anche questa iniziativa delle “Cartoline per la libertà”, degna di nota perché ha mobilitato persone al di là dei colori politici, per una semplice partecipazione umana verso una storia che appare davvero incomprensibile ed inaccettabile.

A parlare è l’arte. La bellezza ed i colori si oppongono all’asetticità incolore di una cella ingiusta.

Lo scopo della campagna, avviata tramite un appello rivolto ad artisti e poeti, è quello di creare delle cartoline d’artista, sul tema della libertà, da inviare ad Emiliano ed agli altri ragazzi per alleviare la solitudine della prigionia. Tante cartoline sono già state spedite.

La storia di Emiliano ha colpito molto chi ne sta venendo a conoscenza. Emiliano si è recato ad Amburgo, dove si riuniva il G20, per esprimere il proprio dissenso contro le politiche internazionali. E’ stato arrestato, non durante i tumulti, ma mentre si incamminava per fare ritorno nell’ostello in cui alloggiava. Come leggiamo su La Repubblica del 18 settembre, Emiliano ed altri 4 giovani italiani sono: << accusati di tentata violenza, “ma le prove sono inconsistenti” >>. Il legal team che difende Emiliano afferma infatti che, agli atti, contro Emiliano c’è solo la testimonianza del poliziotto che lo ha arrestato indicandolo come uno tra coloro che si trovava nel gruppo dei “violenti e facinorosi”, ma non esistono video o foto che provino questo ed Emiliano da allora si è sempre dichiarato innocente.

Nelle carceri tedesche sono reclusi tanti altri ragazzi fermati durante il g20, i tedeschi sono usciti in attesa del processo, gli stranieri invece, tra cui i 5 italiani, sono in carcere, la motivazione è il pericolo di fuga.

I ragazzi italiani sono: Emiliano Puleo, Alessandro Rapisarda, Riccardo Lupano, Orazio Sciuto e poi c’è anche Fabio Vettorel che, essendo appena diciottenne, si trova in un carcere per minorenni e come si apprende da La Repubblica: <<i media tedeschi parlano di un arresto avvenuto mentre Fabio prestava soccorso a una ragazza che si era fratturata una gamba e cercava di evitare che venisse travolta dalla folla.>>.

Chi ha potuto conoscere queste notizie, circolate inizialmente solo nei giornali locali e, dopo due mesi e mezzo, raccontate finalmente da La Repubblica nazionale, non ha potuto che indignarsi per la sorte di questi giovani che in attesa di giudizio sono in carcere ormai da moltissimo tempo. Da qui la tanta partecipazione umana a questa vicenda.

Da questa iniziativa nascerà una mostra a cui speriamo possano partecipare anche Emiliano e gli altri ragazzi, una mostra per la libertà di espressione e di partecipazione, per la libertà di sognare un mondo migliore, intitolata #liberitutti.

La pagina facebook è https://www.facebook.com/cartolineperlaliberta/

Gli artisti partecipanti: Antonella Affronti, Claudio Alessandri, Anna Balsamo, Alberto Bilardo, Caterina Blunda, Caterina Cardinale, Luigi Pio Carmina, Paolo Chirco, Evelin Costa, Angelo Denaro, Rosalia Di Maggio, Naire Feo, Giovanna Fileccia, Rosalia Gatto, Lupo Gingardi, Alessio Incatasciato, Piera Ingargiola, Felice Internicola, Caterina Lala, Maria Pia Lo Verso, Pino Manzella, Antonietta Mazzamuto, Ornella Mazzola, Emilia Merenda, Lia Misuraca, Angela Occhipinti, Anna M. Palazzolo, Gabriella Palazzolo, Lorenzo Passanante, Loredana Pennino, Belen Perez, Susanna Perna, Simona Pistoia, Daniela Pizzo, Mariella Ramondo, Francesca Randazzo, Giacomo Randazzo, Emilia Ricotti, Massimo Russo Tramontana, Cinzia Romano, Angela Sarzana, Antonino Schiera, Zeudi Termini, Aranì Selene Torres, Sebastian Torres, Sergio Tripodi, Tiziana Viola Massa, Caterina Vitale, Lidia Vitale, Giuseppe Viviano, Caterina Zaffora.

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Presentazione del libro “Oltre i cento passi” di Giovanni Impastato – inaugurazione della mostra di vignette di Vauro e Pino Manzella a Terrasini (PA)

locandina

Domenica 23 Luglio 2017 alle ore 18.00 a Torre Alba, nel Lungomare Peppino Impastato a Terrasini (PA), si terrà la presentazione del libro “Oltre i cento passi” di Giovanni Impastato, Edizioni Piemme.

Sarà presente oltre all’autore anche il vignettista Vauro.

Interverranno: Giosuè Maniaci – Sindaco di Terrasini, Giovanni Ruffino, Andrea Bartolotta, Ottavio Navarra, Mimma Scigliano.

A seguire, sempre a Torre Alba, verrà inaugurata la mostra di vignette di Vauro e Pino Manzella, introdotta da Evelin Costa e  Giuseppe Ruffino, che sarà poi visitabile presso il Palazzo Comunale di Terrasini in Piazza Falcone e Borsellino, dal 24 Luglio al 25 Agosto 2017 (dal lunedì al venerdì ore 8.30/13.30, il mercoledì ore 8.30/13.30 e 16.00/19.00).

L’evento, patrocinato dal Comune di Terrasini e svolto in collaborazione con l’Associazione culturale Asadin, è inserito all’interno della rassegna estiva “Altre Sicilie. Tra terra e libri” promossa e organizzata da Navarra Editore e Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato.

 

Oltre i cento passi di Giovanni Impastato

È la primavera del 1977 quando Peppino Impastato, insieme a un gruppo di amici, inaugura Radio Aut, una radio libera nel vero senso della parola. Da Cinisi, feudo del boss Tano Badalamenti, e dall’interno di una famiglia mafiosa, Peppino scuote la Sicilia denunciando i reati della mafia e l’omertà dei suoi compaesani. Una voce talmente potente che poco più di un anno dopo, la notte tra l’8 e il 9 maggio, viene fatta tacere per sempre. Ma pure questo è uno degli errori della mafia: pensare corto. Perché, anche se non era scontato, la voce di Peppino da allora non ha mai smesso di parlare, di lottare per la dignità delle persone, di illuminare la strada.

È una strada lunga, se si pensa che ancora oggi chi ha depistato le indagini sull’omicidio di Peppino ha fatto carriera, mentre chi invocava la verità non c’è più. Ma è una strada percorsa ormai da migliaia di persone.

Per la prima volta, Giovanni, fratello di Peppino, che ne ha raccolto il testimone, fa il punto della situazione delle mafie – e delle antimafie – in Italia, dall’osservatorio di Casa Memoria e del Centro Impastato, da quarant’anni in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata.

Iscrizioni alla VIII edizione del Corto Pepper Fest

Puoi inviare il tuo cortometraggio entro il 15 Luglio 2017, l’iscrizione è gratuita.
 
Il Corto Pepper Fest è un concorso di cortometraggi giunto alla sua VIII edizione. Ideato da Sergio Misuraca, curato e organizzato da Sciò Produzioni, con il patrocinio del Comune di Terrasini, nato per sostenere e promuovere l’opera di sperimentazione e ricerca cinematografica di autori giovani e/o indipendenti.
 
L’iscrizione al concorso, nella sezione dedicata ai cortometraggi, è aperta a tutte le opere di fiction realizzate a partire dal 2010, da film-makers professionisti e non. Possono partecipare cortometraggi girati in qualsiasi formato e tecnica, della durata massima di 15 minuti, inclusi i titoli. Il tema è libero.
 
Le opere che supereranno la prima fase di selezioni saranno ammesse alla Serata Finale che si svolgerà nel mese di settembre a Terrasini, nell’area pedonalizzata di fronte al ristorante messicano El Bocadito, in via Vittorio Emanuele Orlando 126. In quella occasione saranno valutate e premiate dalla giuria di qualità. Anche il pubblico decreterà il proprio vincitore.
 
Il primo premio per il Miglior Corto votato dalla giuria sarà un assegno di 500€, ci sarà anche un riconoscimento per l’autore del Corto più votato dal pubblico.
 
I registi o autori o protagonisti principali dei corti saranno presenti durante la serata per ritirare le targhe di partecipazione ed i premi, è questa una condizione per essere ammessi tra i finalisti, con l’idea che la serata rappresenti un autentico e caloroso momento di premiazione e di festa, è anche per questo che tutti gli autori dei CORTI selezionati saranno ospiti dell’organizzazione e qualora non fossero residenti in Sicilia avranno un bonus di 50€ per le spese di viaggio.
Quest’anno il Corto Pepper Fest si arricchisce di una nuova sezione “Il Corto è mobile”, dedicata ai cortometraggi realizzati tramite Smartphone. Per questa sezione il tema è “L’amore in tutte le sue forme ed espressioni” e la durata massima del corto è di 2 minuti.
La serata finale che si svolgerà a Terrasini (PA) nel mese di Settembre e sarà condotta da Giulia Monteleone, negli ultimi anni si arricchisce del contributo di associazioni che si impegnano nel territorio.
Per visionare il bando completo e per iscriversi, si può consultare il sito ufficiale http://www.cortopepperfest.com

“Ritmi d’oriente” a Palermo

Care amiche ed amici, sto sostenendo e promuovendo lo spettacolo “Ritmi d’oriente”, arrivato già alla sua decima edizione, che si terrà sabato 1 luglio alle ore 21.30 a Villa Pantelleria a Palermo, con la direzione artistica di Silvia Celano.
Un suggestivo viaggio nel mondo della danza orientale, attraverso la molteplicità delle coreografie, degli stili, dei ritmi, delle sinuose movenze di questa antica, quanto seducente espressione artistica. Si esibiranno oltre a Silvia Celano ed al suo corpo di ballo Al Khamsa, gruppi, artiste internazionali e ospiti d’eccezione:
Helena Russo, Emilia Passalacqua, Lilli di Francesco e il gruppo Iside, Mary Guido, Sara Pappalardo e Le Donne di Ararat Ensemble, Gloria Lo Greco, Simona Di Dio, il gruppo Bollywood Samuha, Caterina Mazzara, il Tribal group Giu.Mo.Fla, Consuelo Salmeri e Mica fiorito, Evelina Lo Pilato.
Sarà inoltre presente un salotto arabo “Alchimia”, con the arabo, narghilè e frutta fresca.
Per prenotare ed acquistare il biglietto potete contattarmi fin da subito alla mail wewecosta@gmail.com e avrete i vostri inviti a 7€, anziché 10€.
E’ un evento dove si fondono danza, storia, cultura e conoscenza di mondi a noi vicini e lontani, che si svolgerà in un teatro affascinante all’interno del parco di Villa Pantelleria, una delle ville che sorsero nella piana dei Colli (una fiorente campagna limitrofa alla città di Palermo compresa tra montagne di Monte Pellegrino, Monte Gallo e i Monti Billiemi) a partire dal ‘700, per iniziativa di nobili inglesi e francesi. Vi aspettiamo, contattatemi! 

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Le sculture di Giacomo Randazzo a Terrasini “Bellezza come impegno”

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Domenica 4 Giugno 2017 alle ore 17.30 sarà inaugurata presso il Margaret Cafè, in Via V. Madonia 93 a Terrasini, la mostra di sculture di Giacomo Randazzo intitolata “Bellezza come impegno”, promossa e curata dall’associazione Asadin con testo di presentazione di Evelin Costa.

Interverranno: Caterina Vitale, Emilia Ricotti, Maria Concetta Biundo, Giovanna Fileccia, Giacomo Randazzo. Modera l’incontro Evelin Costa.

La mostra sarà visitabile fino al 24 Giugno 2017, tutti i giorni dalle 9:00 alle 23:00.

 

“Giacomo Randazzo presenta alcune delle sue sculture in ferro e materiale di riciclo. Le sue opere astratte nascono da un percorso interiore alla ricerca dell’armonia, di una interazione con il proprio intimo e di empatia con l’osservatore, che in questo rapporto simbiotico con l’autore, diviene a sua volta creatore di nuovi significati e di nuove creazioni interiori, liberando la propria fantasia nell’accostarsi alle opere.

 

Quella di Giacomo Randazzo è una ricerca ideale e artistica che nasce già negli anni ‘70. La sua opera di artigiano nella bottega paterna si intreccia indissolubilmente con le sue scelte ideali che lo portano a prendere parte nel 1976 al Circolo Musica e Cultura insieme a tanti giovani di Cinisi con Peppino Impastato. Una scelta di impegno sociale, ma anche di bellezza, cultura, musica, autocoscienza individuale e collettiva, che lo ha accompagnato per tutta la vita. Una forte idealità che in quegli anni si esprimeva in varie forme, dall’arte figurativa al teatro sperimentale, sviluppando tematiche ecologiche ed ambientali, nel rispetto del territorio, facendo controinformazione, criticando la mafia e tutti quei poteri che sfruttavano e depauperavano la realtà circostante per l’arricchimento di pochi. Era, quella di questi giovani, una ricerca alternativa che privilegiava il “Noi” all’ “Io”, per una trasformazione dell’esistente che valorizzasse ciò che appartiene a tutti. Alla lotta si accompagnava la cultura, nell’idea che educare alla bellezza potesse essere uno dei veicoli per il cambiamento.

Questo concetto è stato una bussola nella vita di Giacomo Randazzo: contrastare il marcio del Sistema tramite l’arte, contrapponendo alla ricerca della ricchezza individuale voluta dai potenti e dai mafiosi anche a costo di distruggere il bene comune, un’idea alternativa di bellezza autentica e per tutti, ritrovata in ciò che è povero, ma che può, tramite la fantasia e la creatività, assumere una nuova ricchezza fatta di valori, idee e forme, in un nobile connubio tra etica ed estetica.

 

Dall’84 Giacomo Randazzo ha cominciato a dedicarsi all’arte astratta partendo da materiali di recupero, oggetti che altrimenti sarebbero stati destinati alle discariche. Ha scoperto che ritrasformando questi oggetti ormai privi di utilità, apparentemente brutti, arrugginiti e malridotti, poteva realizzare nuovi manufatti e sculture dalle forme armoniose. Poteva assemblare elementi estranei tra loro per creare nuove relazioni e nuova bellezza. Nascono così le sue sculture astratte prevalentemente fatte di ferro o tufo, create quasi seguendo un percorso inconscio ed istintuale in cui sembra emergere qualcosa di ancestrale, essenziale, semplice e articolato al contempo, come lo sono le sinapsi del cervello ed i grovigli dell’animo umano.

In alcuni casi queste sculture sembrano assumere le forme della natura rilette dallo sguardo dell’artista. Bulloni, ingranaggi, reti metalliche, pietre, vetri, specchi, prendono vita e diventano altro: rami, fiori, raggi di sole o forse note musicali, fronde spinte dal vento, nuvole, onde del mare, abbracci d’amore tra esseri umani, il maschile ed il femminile, prigioni e libertà, spirito, materia, energia e vita.

Randazzo sceglie l’astratto perché per lui rappresenta uno stimolo a trovare un rapporto con l’intimo, a cercare delle risposte nel sé, questo riguarda sia il suo percorso di creatore delle opere nel momento in cui le realizza, ma riguarda anche chi osserva le opere sforzandosi nel trovare nuovi significati, i propri. Ognuno può trovare o rivedere in quelle sagome qualcosa di personale ed il solo fatto di averle cercate, di essersi posti il dubbio, di aver desiderato risposte, genera una connessione con la propria interiorità, esorta ad un rapporto con se stessi, sviluppa la fantasia e suscita emozioni. Che da questo viaggio interiore sgorghi una lacrima o scaturisca un sorriso non importa, l’importante è sentire che si è vivi, sensienti e pensanti.

Una sfida dunque al sistema mafioso e di potere fatta tramite l’arte, dove le uniche armi per il cambiamento sono la fantasia, l’educazione alla cultura, la ricerca interiore e l’interscambio con l’altro. E’ questo che Giacomo Randazzo cerca di trasmettere ai fruitori delle sue opere ed ai tanti bambini che incontra nel suo impegno con Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato: “Create bellezza, musica, poesie, sculture, oggetti realizzati da voi ed entrate in connessione con voi stessi, così si potrà sconfiggere la bruttezza della mafia”.  Evelin Costa

 

Giacomo Randazzo, classe 1952, vive ed opera a Cinisi. Nel 1974 ha conseguito il diploma di perito chimico. La sua principale attività è quella di artigiano, realizza lavori in ferro battuto e pezzi meccanici. E’ anche scultore di opere in ferro, tufo e ceramica.

A Cinisi, presso Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, sono esposte alcune sue sculture ed un’intera stanza ospita il suo plastico del Mulinazzo, un’opera grande e dettagliata che racconta la civiltà contadina che non c’è più.

Dal 1988 ha realizzato un Presepe semovente, riprendendo alcuni meccanismi del Presepe costruito precedentemente dal padre Lorenzo, che attualmente è visitabile a Cinisi presso il Salone Comunale. Il Presepe ha ricevuto numerosi premi in concorsi regionali e nazionali, per la fedeltà della riproduzione in miniatura e per le realistiche animazioni meccaniche. E’ inserito nel Registro delle eredità immateriali (R.E.I.) istituito dalla Regione Sicilia, a salvaguardia del patrimonio culturale secondo le indicazioni dell’Unesco.

CIAO PEPPI’ ed altre irriverenze, prolungata di qualche altro giorno la mostra di Pino Manzella al Margaret Cafè

ciao peppi

CIAO PEPPI’ ed altre irriverenze…

di  Evelin Costa

Pino Manzella, pittore siciliano, tra i fondatori del Circolo Musica e Cultura a Cinisi, amico e compagno di lotta di Peppino Impastato, ha dedicato tutta la sua vita e la sua poetica artistica a mantenere vivo il ricordo di Peppino e di quell’impegno contro la mafia e per la trasformazione dell’esistente, intrapreso negli anni ’70 in provincia di Palermo da giovani che, in una realtà non facile perché la  mafia controllava il territorio e si insinuava nei gangli della politica e della società, volevano fuoriuscire dagli schemi tradizionali.

L’impegno artistico di Pino Manzella nasce come espressione “militante”, un modo per interpretare la realtà. I suoi primi disegni erano vignette disegnate a mano nei bollettini poi ciclostilati con cui si faceva volantinaggio, illustrazioni di manifesti, copertine per i giornalini che passavano di mano in mano tra i giovani compagni. Spesso questi disegni non erano firmati perché in quegli anni si dava maggior peso al valore della collettività piuttosto che all’individualismo.

Pino Manzella espone, dopo quasi quarant’anni dalla morte per mano mafiosa di Peppino Impastato, una selezione delle sue vignette realizzate a partire dagli anni ’70 fino alla più recente del 2011, ritrovate tra vecchi documenti, giornali, manifesti e locandine conservati nel suo studio di pittore impegnato e custode di una memoria sempre viva e soprattutto sempre attuale, perché profondamente legata al bisogno di trasformazione e di libertà. L’autore dedica la mostra a Peppino la cui vita e la cui morte hanno segnato visceralmente tutto il corso della sua esistenza, come quella di coloro che di questa storia sono stati partecipi e che malgrado la sofferenza hanno mantenuto alta la testa e non hanno smesso di lottare.

Le vignette che Manzella espone sono solo una piccola parte della sua grande produzione. La più antica di questa mostra è del ’74, si tratta della prima parte di uno studio di vignette suddiviso in tre momenti, ieri, oggi e domani, facenti parte di un manifesto che denunciava la corruzione all’interno dell’ufficio di collocamento per i posti di lavoro in aeroporto, per mezzo di un esponente dell’MSI. Uno dei manifesti affissi venne strappato da un gruppo di giovani fascisti provocando una lite, è un episodio in cui si racconta intervenne Felicia, mamma di Peppino per difendere il figlio.  Le altre vignette meno recenti fanno parte di alcuni numeri del Bollettino intitolato “Nove Maggio”, le successive, che attraversano gli anni ’80, ’90 ed il 2000, erano pubblicate nel giornale cartaceo Terrasini Oggi/Cinisi Oggi.

Emerge l’umorismo satirico, pungente, irriverente e dissacratorio dell’autore, che affonda la sua matita nella realtà affrontando tematiche senza tempo che parlano di rapporti mafia-politica, corruzione, appalti truccati, compravendita di voti e di posti di lavoro, raccontano le inefficienze, il trasformismo  ed i compromessi della politica, di sovente più interessata al mantenimento del potere e delle poltrone piuttosto che al bene comune,  un’attitudine permessa anche  dalla complicità, dall’indifferenza e dalla rassegnazione da parte del cosiddetto “popolino”, sempre utilizzato e contemporaneamente disprezzato dai dominanti. Così i protagonisti delle vignette, alle volte si tratta di Totò e Vicè, citando i personaggi di Franco Scaldati, che commentano il giornale al bar sport, raccontano vicende locali riguardanti l’immondizia, il pennello a mare, il porto, il depuratore, il piano regolatore, l’accesso al mare negato al pubblico, oppure quelle opere mai realizzate o inutili che hanno causato un dispendio dei fondi pubblici e una deturpazione dell’ambiente. Tutto interpretato con un tono sarcastico e tagliente, accompagnato da battute dirette e sferzanti che strappano ancora oggi, dopo alcuni o molti anni, una risata amara, perché sviscerano i meccanismi più intricati di una realtà che ancora non è del tutto cambiata.

Tra le vignette ce ne sono alcune che entrano dentro la storia di Peppino, raccontano le indagini del processo successivo alla sua uccisione, rievocano il coraggio dei microfoni di Radio Aut e di quei giovani che con il loro “giornalaccio” sfidavano il potere rischiando anche la vita. E c’è la dedica a Peppino che come un angelo laico continua a lottare dall’alto, con il suo palloncino che è a forma di mondo, perché è dal mondo che bisogna partire ed è il mondo che, lottando, pensando ed a volte anche ridendo, bisogna trasformare.

La mostra sarà visitabile fino al 3 Giugno 2017 presso il Margaret Cafè in Via V. Madonia 93, Terrasini (PA)f 1