“Acqua di Pietra, Pietra d’Acqua”, mostra di pittura di Ivana Di Pisa alla Galleria d’Arte Studio 71, Palermo

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“Acqua di Pietra, Pietra d’Acqua” è la mostra di pittura di Ivana Di Pisa esposta alla Galleria d’Arte Studio 71 e presentata in catalogo da Vinny Scorsone.

 Ivana Di Pisa è una pittrice palermitana, la cui prima personale risale al 1975, quando l’artista prediligeva dipingere paesaggi tipicamente siciliani, scorci di strade e case di piccoli paesi. Negli anni successivi ha sperimentato le tecniche dell’incisione e della decorazione della ceramica e della cartapesta. Tornata alla pittura nel 2010 ha continuato ad indagare e rappresentare paesaggi e scorci siciliani, utilizzando acrilici e spatole e sperimentando una sorta di pittura “reminiscenziale”, che allontanandosi dai canoni più rigidi del figurativo, imprime nelle tele sensazioni oniriche e rievocative.

Osservando le opere di questa artista percepisco un grande sentimento per il mare, per la Sicilia e per Palermo in particolare. Riconosco la città di Palermo anche quando questa forse non c’è, ma emerge dalle tele con la sua forza a volte cupa, a volte contrastante, di mare e di pietra. Natura e città costrette in un abbraccio vitale, ma stridente, a volte soffocante, pietroso, lapidario, in un’apparente staticità che svela improvvisi guizzi di vita sanguigna.

Domando alla pittrice: “Quanto amore c’è per Palermo in queste opere?”. Mi risponde che c’è tanto, tantissimo amore, per Palermo e per la Sicilia. Mentre ad alta voce cerco di capire quali siano gli scorci rappresentati, mentre cerco di distinguere tra palazzi, monti, cieli, gru, per ritrovare i luoghi esatti, lei dice: “non riproduco, non copio luoghi, le mie sono delle impressioni o meglio il ricordo di luoghi che ho visto”. Quelli rappresentati sono infatti scorci di Sicilia filtrati dalla memoria dell’artista, non c’è panorama che esista realmente, ma tutti i luoghi allo stesso modo esistono e sono veri.

Le tele esposte sono interessanti. Spazi pieni, pieni di case, pieni di muri, di porte, di tetti, di forme e geometrie, pieni di palazzi e finestre, di acqua e pietra. Sono equilibrate, non ci sono vuoti, ma niente è superfluo. Non ci sono ampiezze, ma nemmeno costrizioni. C’è il mare, l’acqua che è elemento della natura ed il cemento delle case create dell’uomo, che è assente-non assente. L’acqua, solida e materica come la pietra, si fonde con questa diventando un unico corpo. Tutto quello che appare è mediterraneo, ma è una differente visione del Mediterraneo. Diversa ma vera, esistente anch’essa, anche se meno convenzionale. Mancano i colori con cui è rappresentato usualmente questo territorio, colori forti, solari, sgargianti. Qui c’è un’aria fredda, c’è l’atmosfera dell’alba che colora tutto di un chiarore soffuso, l’aria dell’imbrunire quando il cielo comincia a scurire e la luce lascia spazio a nuove ombre, minori contrasti, piccoli bagliori. C’è il tramonto nel momento in cui sta per svanire, veloce come il sole che soffoca dentro al mare, creando dei colori caldi, ma profondi. C’è il bagliore accecante di certe giornate afose quando il cielo e il mare sembrano quasi bianchi. Ci sono le suggestioni dell’inverno, perché anche il rovente Mediterraneo ha i suoi freddi che gelano l’anima, ha la sua sfera melanconica ed introspettiva. Perché non sempre tutto è colore e vociare, a volte è silenzio.

E tra le gru dei cantieri navali, tra le le barche del porto, un porto che non so più riconoscere, perchè forse è uno dei tanti che dimorano da sempre nella mia mente e che si risveglia in queste nuove osservazioni di visioni suscitate dall’arte, c’è una barca arenata, è quella barca che trasporta esseri umani, è forse uno dei relitti che campeggiano nelle rive di Lampedusa. In questo quadro, che tra tutti è l’unico dove un brandello di giornale incollato alla tela ci mostra la presenza di esseri umani, emerge che il Mediterraneo è molto di più di quello che solitamente ci viene raccontato o che vogliamo vedere. E’ porta chiusa e dischiusa, è pietra tombale, è lacrime, è speranza, è rinascita, è vita. E’ tra Acqua di Pietra e Pietra d’Acqua, la vita c’è.

La mostra è visitabile fino al 12 novembre 2016 presso la Galleria d’Arte Studio 71, in Via Vincenzo Fuxa n. 9 a Palermo, dalle ore 16.30 alle 19.30 tutti i giorni escluso i festivi.

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