Si può rinunciare alle “purpetti di nunnata”?

Quando arriva la primavera sui banchi dei pescivendoli compare quella che viene considerata una vera leccornia per le tavole dei palermitani, un piccolo dono del mare, più che un cibo è uno sfizio che dona dei momenti di immenso piacere gastronomico.

Questa profumata e gustosa delizia altro non è che quella che comunemente viene detta “nunnata”: il novellame di pesce che può essere di diverse tipologie, ma  la più gradita dai palermitani è quella di uvari o sarde, dall’aspetto gelatinoso e dalle sfumature argentee.  Nelle tavole palermitane il novellame si trasforma nelle “purpetti di nunnata” che italianizzato diventa “frittelle di neonata”.

purpetti di nunnata

Qualche tempo fa ho già scritto un post su questo splendido piatto, dove mi soffermavo soprattutto sulla questione etico-politica riguardante la pesca del novellame, che viene limitata e spesso vietata,  perché rappresenta un forte rischio per l’impoverimento dei nostri mari, oggi ho deciso di rifare questo post e soprattutto di rimangiare le frittelle di neonata per partecipare al contest “La Sicilia nel piatto” del blog “Come mangio io”, perché un piatto del genere rappresenta ormai una squisita rarità per le nostre tavole. 

 

 

purpetti di nunnata

 

Quando in questo periodo dell’anno si va dal pescivendolo è quindi possibile vedere delle ciotole contenenti questa strana gelatina luccicante che è diventata molto cara, soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, così il pescivendolo per allettare l’avventore, esalta la propria merce invitando all’assaggio “vossia veni a mancia, avi u sapuri ru mari,  a tastassi pari mirudda” (venga a mangiare, ha il sapore del mare, l’assaggi sembra cervella), perché per il palermitano verace intingere il proprio dito nella ciotola di “nunnata” ed assaggiarla così come è, rappresenta un vero capriccio, come un’ improvvisa apparizione del mare,  qualcosa di irrinunciabile, una tentazione così forte da non poter più astenersi dall’acquistarla, perché basta quel boccone per rammentare  che  le frittelle di nunnata sono un vero sfizio, perché custodiscono come uno scrigno prezioso tutto il sapore del mare, intenso e delicato, profumato di alghe e salsedine.

 

neonata di sarde

Ormai poterle mangiare è un vero privilegio e per me è anche un momento di affetto,  perché quando una volta l’anno mio padre decide di acquistare la neonata, ricevo sempre un invito e mia madre le prepara e le frigge con amore delicato ed io le mangio perché so che sono preziose ed in un solo istante mi perdo tra le onde profumate del mio mare.

neonata      frittelle di neonata

Ricetta: Purpetti di nunnata

Ingredienti:  500 gr neonata di sarde, un uovo, un cucchiaio di farina, prezzemolo, sale, olio evo.

Preparazione:

Gli ingredienti delle frittelle sono pochi, si potrebbe aggiungere una più grande quantità di uova e farina per aumentare la quantità di frittelle, ma il rischio è perdere l’intensità del sapore del mare, quindi è meglio limitarsi per non disperdere quel gusto unico.

Mescolare alla neonata l’uovo, la farina, il prezzemolo fresco tritato e un pizzico di sale. Friggere a cucchiate in olio bollente. Asciugare l’olio in eccesso ponendole su carta assorbente, se si gradisce insaporirle con del limone.

2 thoughts on “Si può rinunciare alle “purpetti di nunnata”?

  1. senza parole e dire che mi stupisci è vero da una parte ma dall’altra mi domando….. PERCHE’ DA EVELIN CHE TI ASPETTI SE NON CAPOLAVORI! Grazie tesoro, ti ho aggiunta

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