Fuga felice verso Villa Fiori Beach.

Non capita spesso che io recensisca un ristorante o un albergo e quando ciò accade non c’è altro motivo se non il sincero gusto di raccontare un’ esperienza vera. A Villa Fiori ormai andiamo da quasi sette anni e a parte qualche piccola interruzione non siamo più riusciti a non trascorrervi almeno due o tre giorni durante l’estate. Per noi è come andare in un’altra casa in cui ci sentiamo a nostro agio, accolti e coccolati, semplicemente, come se l’assenza ed il distacco non ci fossero mai stati.

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Siamo arrivati a Villa Fiori come spesso capita a noi: casualmente . continua

La Forneria Messina a San Martino delle Scale. Sfincione, muffolette e pane cotto a legna.

Stavo per scrivere un post su San Martino delle Scale, una frazione di Monreale a circa 550 m di altezza, poco distante da Palermo (15/20 min. in auto), luogo molto amato dai palermitani in cerca di fresco durante l’estate, di natura e di aria pulita. Un piccolo centro immerso nei boschi dove si può fare una bella passeggiata, una scampagnata nelle aree attrezzate o raccogliere verdure selvatiche, finocchietti di montagna, asparagi e origano (secondo le stagioni).

Mentre guardavo le foto bellissime di boschi, fiori e panorami, e mentre studiavo le origini storiche di luoghi quali l’abbazia dei Benedettini, mi si è aperto l’appetito (sia il mare che la montagna riescono a farmi questo effetto, ma in verità anche la città, forse il vero motivo è la mia palermitanità) e non ho potuto fare a meno di desiderare il particolare sfincione, le muffolette e il pane profumato di legna che di tanto in tanto amo gustare in un forno che adesso si è ampliato proponendo anche altre delizie gastronomiche
e una enoteca molto ricca,

che si chiama “Forneria Messina” e si trova a San Martino delle Scale, tra i boschi.
Lo sfincione di San Martino è diverso da quello di Palermo. Gli ingredienti di base sono identici (manca solo il pangrattato in superficie), ma il risultato è diverso. La base dello sfincione è una pasta diversa da quella della pizza, perchè come dice il nome stesso è “sfinciata”, termine che viene da “spongia”, quindi una pasta soffice e porosa. Il condimento è una salsa di pomodoro con abbondante cipolla, acciughe e cacio cavallo.
Lo sfincione della Forneria Messina è particolarmente buono e rustico. Questo antico forno, come dicevo, nel tempo si è esteso sia nello spazio che nella varietà della gastronomia proposta.
Piatti colmi di salumi e formaggi locali dai profumi e sapori eccezionali,

salsiccia e carne arrostita,
le tipiche muffolette (pagnotte) con ricotta, muffolette con pomodoro e cacio cavallo,

sfincioni tradizionali e sfincioni bianchi (senza pomodoro), pane cotto a legna con olio locale, sale e pepe, dolci rustici,
e il tutto accompagnato da un ottimo bicchiere di vino.
Si può gustare questa gran varietà di delizie, all’interno del locale in una veranda con una vista bellissima sulla vallata,
oppure all’esterno, in un grande gazebo in legno dove si può respirare l’aria fresca e profumata di natura.
L’atmosfera è quella tipica dei luoghi montani, ed è incredibile sapere di trovarsi a pochissimi chilometri da Palermo e dal mare, è un ambiente rilassante e rustico, dove l’accoglienza dei proprietari e del personale è calorosa e disponibile.

Si può poi digerire il tutto (perchè anche se si inizia con una sola porzione di sfincione, sarà poi impossibile rinunciare alle muffolette o ai formaggi che sprigionano tutto il loro profumo) facendo una bella passeggiata verso il piccolo centro di San Martino delle scale o alla meravigliosa Abbazia dei Benedettini (ricca di storia, arte e cultura), guardando il Monte Caputo sulla cui vetta si erge il Castellaccio (un rudere di un antico castello ricco di fascino) , tutti luoghi di cui scriverò nel prossimo post.

Un incontro gastronomico

Da quando abbiamo iniziato la nostra attività di b&b ci è sempre piaciuto dare informazioni ai nostri ospiti sulla città di Palermo. Ci piace raccontare le usanze e le tradizioni, indicare itinerari per girare la città e visitare i monumenti più belli, i mercati storici, ma anche curiosità e posti non indicati nelle guide. Tra le cose più importanti da fare a Palermo, c’è il gustare la nostra buonissima cucina. Dalla rosticceria, ai tipici panini con panelle o con milza, ai piatti più tradizionali come la pasta con le sarde o ca ‘nciova, la caponata di melanzane, il pesce fresco, fino ad arrivare alla buonissima pasticceria. Così abbiamo tantissimi posti da consigliare dove gustare questi piatti per conoscere più a fondo l’essenza e la filosofia di questa città.
Una tappa fondamentale dove ormai quasi tutti i nostri ospiti si fermano è la antica trattoria del Monsù (che prende il nome dagli antichi cuochi francesi).
Siamo “arrivati” a questa trattoria per caso. Degli amici ce ne avevano parlato bene, ma noi non l’avevamo mai provata. Un giorno di alcuni anni fa, un ospite argentino arrivò da noi entusiasta dei piatti assaggiati, ne era rimasto veramente colpito, e così da allora cominciammo a consigliarla a tutti, ci mandammo anche degli amici toscani buongustai, ma soprattutto parenti palermitani doc, e tutti concordarono nel giudizio più che positivo. Noi però non eravamo ancora riusciti ad andare.

Un giorno però il Monsù arrivò direttamente a casa nostra.
Il titolare Giuseppe (a destra nella foto), ci venne a visitare, per conoscere “quei due” che indicavano con entusiasmo la sua cucina. A questo punto la voglia si fece sempre più forte e finalmente insieme a dei nostri amici siculo-laziali ci andammo. Da allora ci siamo innamorati di questa trattoria. Il cibo è cucinato come farebbero le migliori nonne palermitane, sono fantastiche la pasta ca’nciova, la norma, il sugo di salsiccia, l’insalata mista, la fritturina di calamari e insuperabile è la caponata.
Questo incontro casuale è stato un incontro fortunato, per noi e per i nostri ospiti che continuano ad essere soddisfatti.