Per chi volesse comprendere al meglio questo post, bisogna leggere quello precedente e soprattutto il commento di Jajo di cui riporto qui solo una parte: “P.s.: ora aspetto davvero il post sulla spinacina !!!”
Vista la richiesta non potevo far a meno di scrivere questo post su un piatto che è tra i miei preferiti e che potrei definire il mio “cavallo di battaglia”.
Oggi presenterò un tipico piatto della cucina palermitana, semplice ma elaborato e soprattutto gustosissimo, la cui origine è araba, ma che nel corso dei secoli, ha visto le influenze del tipico stile barocco siciliano, e questo è evidente nel suo aspetto estetico che mette in risalto il colore dorato tipico delle decorazioni delle chiese palermitane.
Il nome di questo piatto a base di carne è Spinacina, gli arabi le chiamavano “al sphinach”, ovvero trito di verdura energetica.
Un emiro della Kalsa, uno dei più antichi quartieri arabi di Palermo, era solito farsi preparare dai suoi cuochi delle frittelle costituite da un misto di verdure amare che avevano anche delle funzioni mediche ed energetiche.
Successivamente i famosissimi cuochi francesi chiamati Monsù, elaborarono questo piatto aggiungendo tocchetti sfilacciati di selvaggina, allietando così le tavole dei nobili del tempo.
Le donne del popolo, sostituirono le quaglie con del pollo, perchè basta un pò di fantasia per poter rendere gradito al palato anche il più povero degli ingredienti. Successivamente la spinacina fu conservata sotto sale o essiccata al sole, ma la più grande invenzione che i palermitani amano attribuirsi, fu quella di porle su delle lastre di ghiaccio e così conservarle per i periodi di carestia.
Il contributo che dagli spagnoli fu dato a questo succulento piatto, fu la delicatissima dorata panatura, che ancora oggi tutti i palermitani doc apprezzano.
Questo piatto tipico della cucina povera palermitana è molto semplice da preparare, è ottimo nei giorni di debolezza, ma soprattutto in quelli di lagnusia (pigrizia), poichè è molto semplice da realizzare e molto gustoso.
Ingredienti: spinacine surgelate, olio evo.
Ricetta: aprire il freezer ed estrarre una spinacina. A questo punto ci sono due diverse scuole di pensiero riguardanti la preparazione del piatto. Un modo molto apprezzato è quello di mettere dell’abbondante olio evo in una padella antiaderente, appena la temperatura è giusta (si può testare schizzando dell’acqua) immergere la spinacina per alcuni minuti, girarla e porla nel piatto di portata. Un altro metodo, il mio preferito, è quello di stendere su una teglia della carta forno e adagiarvi sopra la spinacina. Inserire la teglia nel forno caldo, aspettare qualche minuto e… Buon appetito!
Per chi volesse, è possibile aggiungere un tipico contorno palermitano a base di purè di fiocchi di patate, consiglio quello di marca “Noi Voi” che si può trovare nei tipici discount storici di Palermo.
Consiglio anche di intingere le spinacine in una tipica salsina agrodolce palermitana doc, il Ketchup, che ovviamente ha origini arabe.
Purtroppo non disponendo di macchina fotografica, al momento ho rimediato con una foto tratta da internet. Ma visto che il mio freezer è pieno di spinacine, prossimamente vedrò di fotografarle.
Vabbè, non sono ancora impazzita del tutto, questo post è una dedica a Jajo e a tutti i miei cari amici blogger!
P.s. per tutti i miei carissimi lettori: scusatemi per questo post in cui racconto “la finta storia della spinacina”. Le cose che racconto, riguardanti le sue origini etc, sono solo frutto della mia fantasia. Volevo, dopo il post precedente, in cui mi lamentavo di non avere ispirazioni per nuovi post, perchè per ora cucino solo cibi surgelati e precotti, prendermi un pò in giro per questo, e soprattutto prendere in giro lo stile con cui di solito scrivo i miei post culinari, dove spesso cito le origini arabe dei piatti, elogio la cucina povera, esalto le doti di inventori dei palermitani.
Spero che questo mio gioco vi abbia un pò divertiti e… non dite in giro che vi ho “spacciato” le spinacine come un piatto tipico palermitano!!!