Maccarruncini chi vrocculi arriminati

Da un po’ di tempo non parlo di cucina sul blog Agave, questa è una ricetta tipica palermitana, ecco l’articolo che ho scritto sulla Rubrica A Favorire che curo su Cinisionline

Esiste un cibo molto appetitoso e all’apparenza innocuo, che però contiene delle insidie. È uno dei piatti più gustosi e profumati della cucina palermitana: una pasta vegetariana (tranne che non si voglia aromatizzare con una acciuga sottolio), ma dal gusto speziato, dolce e salato allo stesso tempo, dal colore tendente al giallo, grazie all’ausilio del prezioso zafferano. Tutto si potrebbe dire, tranne che questo splendido piatto di pasta nasconda qualche particolare difetto.

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Fin da piccola mi sono abituata a qualcosa di strano, molto strano: di sovente, entrando negli androni dei palazzi della città di Palermo, capita di percepire un odore (per essere gentili) devastante, infestante, insopportabile, nauseabondo, imparagonabile ad ogni altro fetore, uno di quelli che porterebbe chiunque a dire istintivamente: “che puzza!” o più sicilianamente: “chi fetu”. Eppure è un tanfo che tutti riconoscono e sopportano, perché si sa che ciò che lo emana ha un gusto delizioso, in totale contrapposizione a quell’odore. CONTINUA SU CINISIONLINE

La pasta con le sarde tra sapori e ricordi

 La pasta con le sarde è un primo piatto che racchiude in sé tutto ciò che i Palermitani amano:  per cominciare è un gusto che armonizza il dolce ed il salato, tipico della filosofia culinaria di Palermo che mette al centro l’equilibrio tra gli opposti,  c’è la zuccherosa uvetta e c’è l’acciuga salata, c’è la dolcezza selvatica del finocchietto e ci sono le sarde, il tutto esaltato dal giallo profumato dello zafferano.  Racchiude in se l’amore per i nostri monti, soprattutto il Monte Piddirino che come un cane da guardia semi addormentato sorveglia la città e che in primavera colora il suo manto col verde dei finocchietti. C’è l’amore per il mare con i suoi frutti  poveri ma preziosi come le sarde ed in fine c’è un tipo di pasta a cui i palermitani raramente sanno rinunciare, perché provoca un effetto sonoro che per i più raffinati potrebbe apparire di cattivo gusto, ma per i palermitani veraci è come un complimento: lo “scruscio” del risucchio del maccarruncinu che è un vero segnale di gradimento.

Pasta con le sarde

Questo primo piatto, narra la legenda che fu inventato dal cuoco di un generale arabo che trovandosi in condizioni di precarietà, per sfamare la truppa usò gli ingredienti che la natura gli dava a disposizione, inventando quasi per caso uno dei più splendidi piatti della nostra tradizione. continua

U maccu ri favi e due categorie umane

Anche una zuppa tradizionale può fare riflettere sul senso dell’umanità e così quando ho cucinato “u maccu ri favi” ho pensato a quanto le zuppe mi piacciano “belle maccose” e non “brodose”, che posso proprio dirlo con sincerità, io tifo per il macco (denso, corposo e amalgamato) e non per il brodo (lento, annacquato e galleggiante).  Così pensando e rimuginando sono arrivata ad una conclusione “scientificamente avvalorata” da diverse notizie trovate su  wikipedia e non solo…

macco di fave

E’ possibile dividere l’umanità in maccosi e in brodosi, o per dirla in palermitano in maccusi o in broruosi? continua

A pasta chi vruocculi arriminati

Esiste un cibo all’apparenza innocuo e molto appetitoso che tuttavia contiene in sé delle insidie. E’ uno dei piatti più gustosi e profumati della cucina palermitana, una pasta vegetariana (tranne che non si voglia aromatizzare con una acciuga sott’olio) ma dal gusto inimitabile, speziato, dolce e salato allo stesso tempo, come nella migliore tradizione siculo-araba, dal colore tendente al giallo grazie all’ausilio del prezioso zafferano tanto amato dai palermitani. Insomma tutto si potrebbe dire tranne che in questo splendido piatto di pasta si nasconda qualche particolare difetto.

Fin da piccola mi sono abituata a qualcosa di strano, molto strano: di tanto in tanto ( abbastanza di frequente direi) entrando nei condomini della mia città (quello dove vivono i miei genitori, quello dei miei nonni, zii etc) mi è capitato di percepire un odore (per essere gentili) devastante, infestante, insopportabile, nauseabondo, imparagonabile ad ogni altro fetore, uno di quelli che da tutto sembrerebbe provenire, eccetto che da un cibo, uno di quelli che chiunque direbbe istintivamente: “ che puzza!” o più palermitanamente : “chi fetu”, ma tutti alla fine riconoscono e sopportano perché alla fine si sa che dopotutto produrrà un sapore eccezionale. continua

Spaghetti al nero di seppia, ossi di seppia e ricordi vari

Quando penso alle seppie, fondamentalmente penso a tre cose. continua

La pasta con la zucchina fritta e “discorsi di cucuzze”

Chissà perché i palermitani (e non solo) ce l’hanno tanto con le zucchine, non c’è un detto che non ne parli in maniera non certo elogiativa. continua

A pasta chi fasola ‘ncirati

I Palermitani, l’estate, con 40 gradi all’ombra, chissà perché, amano mangiare le zuppe, le minestre e tutti quei cibi “brodosi” che fanno innalzare la temperatura corporea fino all’inverosimile.

Un esempio è la nostra tipica “pasta chi tinniruma”, una verdura molto particolare che altro non è che la foglia della “cocuzza” (zucchina) con la quale si prepara una minestra super bollente.

Un’altra alternativa tipicamente estiva, è “a pasta chi fasuola ‘ncirati”. Si, infatti cosa è più opportuno mangiare con il caldo atroce, il sudore che cola dalla fronte e l’umidità pazzesca? Una bella zuppa di fagioli freschi.

continua

Simil-tagliatelle ai funghi (cucina discount)

Con questo post inauguro la mia nuova “rubrica”: la mia cucina discount, anche detta (da me) “la cucina povera palermitana del nuovo millennio”, ovvero le mie “creazioni culinarie economiche nel tempo, nella fatica e per la tasca”.

Pensare che quando ho inaugurato il mio primo  blog, io scrivevo le ricette e soprattutto le storie delle ricette, ma spesso a cucinarle era mia madre, perchè non avevo la fotocamera a casa mia ed in più, perchè non mi lanciavo frequentemente nella preparazione dei piatti della tradizione palermitana.

Poi presa dall’amore per il blog mi sono procurata la fotocamera ed ho cominciato a cucinare qualcosa di tipico.

Devo comunque ammettere che giornalmente la mia cucina è improvvisata, non segue le regole tassative della cucina tipica palermitana, ed è frutto di quello che il momento e l’ispirazione mi spingono a preparare. […] continua