9 maggio 2015: il coraggio di Peppino nel nostro impegno

Anche quest’anno a Cinisi si ricorda Peppino Impastato. Da quel terribile 9 maggio del 1978 sono già trascorsi 37 anni.

Cinisi, 27 aprile 2015. La memoria è ancora forte in chi era presente durante i giorni successivi alla sua uccisione per mano della mafia, in chi aveva condiviso insieme a lui l’impegno politico, sociale e culturale ed anche in chi allora non era ancora nato, ma sente un forte legame con la storia di questo attivista siciliano che ha dedicato la propria vita alla lotta per cambiare l’esistente, per la giustizia sociale, contro la mafia, per una società più libera.

Dal 6 al 10 maggio a Cinisi si susseguiranno giornate ricche di eventi per tenere sempre viva la memoria, ma che rappresenteranno anche un momento di impegno concreto per tutti coloro che parteciperanno. CONTINUA su cinisionline

Ulivo, tra religione e mito. Ricette per le olive in salamoia

Tra ottobre e novembre si raccolgono le olive e si produce l’olio.

ulivo

L’olio nuovo è davvero delizioso, il suo colore è verde smeraldo intenso, gusto e odore pungenti, si distingue facilmente dall’olio dell’anno passato (per non parlare di quello di produzione industriale) grazie al suo vero, intenso e profondo profumo di oliva: basta sfregarne una goccia tra i palmi delle mani per sentirne sprigionare l’effluvio, in più l’olio dell’anno precedente avendo già sedimentato, diventa trasparente, mentre quello nuovo è opaco. Tutti questi piccoli indizi  possono servire a scegliere il proprio frantoio di fiducia e a non incorrere nei trucchetti vari che alcuni venditori mettono in atto, come il mischiare l’olio vecchio con il nuovo. Quando si acquista l’olio dal frantoio, bisogna travasarlo in bottiglioni di vetro, che devono essere lasciati senza il coperchio per almeno una settimana, in modo da farlo evaporare. A questo punto si deve fare depositare l’olio. Quando si distinguono bene le due parti separate (una più trasparente in alto e al fondo quella opaca, che qui chiamiamo “murga”), si può travasare lentamente l’olio in altre bottiglie che potranno già essere consumate, lasciando da parte il fondo depositato dall’aspetto melmoso. Ma visto che non bisogna buttare nulla, o almeno il minimo possibile, attendendo altri giorni anche quel deposito si dividerà in due parti, così si potrà procedere al travaso della parte più trasparente e procedendo nello stesso modo più volte, alla fine rimarrà davvero poco da buttare, su un bidone di dieci litri, circa mezzo bicchiere di deposito finale da eliminare, che se però venisse lasciato, rischierebbe di far “ammurgare” tutto l’olio. CONTINUA su cinisionline

San Martino, tra dolci e vino

Il giorno di San Martino e la così detta “estate di San Martino” si festeggiano con dolci e vino. Non tutti forse conoscono la storia di questo Santo, ma l’occasione per imbandire la tavola non viene persa.

San Martino, tra dolci e vino

L’ 11 Novembre che è il giorno di San Martino se ricorre in un giorno feriale viene definito “San Martino dei ricchi” perché può essere festeggiato dalle persone più benestanti che non hanno bisogno di aspettare la domenica successiva (detta “San Martino dei poveri”)  per celebrare il santo a tavola.

Durante questa festa si consumano tre tipi di biscotti, i più semplici sono i “tricotti” di forma rotonda e aromatizzati da semi di finocchio selvatico. Questi biscotti molto croccanti si bagnano nel Moscato, un vino dolce ricavato da uve “inzolia”.

Lo stesso biscotto (con una pasta un po’ più morbida e meno croccante del precedente), viene inzuppato nel rum e condito in due diverse versioni. Una è con la ricotta e scaglie di cioccolato e ricoperto da zucchero velato. L’altra versione è di grande impatto da un punto di vista estetico, perché le sue decorazioni potrebbero sembrare gli ornamenti di una chiesa barocca. Ha al suo interno la conserva verde ed è ricoperto totalmente da una glassa di zucchero che lo  rende simile a una cupoletta bianca, è  arricchito da ghirigori sempre di glassa di diversi colori, bianco, rosa, celeste,  ed adornato da confetti colorati, da cioccolatini incartati e da decorazioni argentate.

Il giorno di San Martino coincideva con culti precristiani e rurali in cui si celebravano gli ultimi giorni caldi prima dell’inverno, quella che poi venne chiamata “l’estate di San Martino”. CONTINUA su cinisionline

Antiche donne siciliane tra luci ed ombre

persiana

Le donne siciliane dei tempi passati hanno sempre colpito il mio immaginario, donne che hanno spesso imparato a vivere nell’ombra, depositarie di saggezza ma anche di uno strano cinismo, fragili ma anche “brutali” e più concrete delle donne di oggi, perché abbarbicate ad un lato più istintivo della vita;  spesso oppresse da quello stesso sistema patriarcale e retrogrado di cui si facevano portatrici insegnando alle donne più giovani come comportarsi per “gestire” i loro mariti, per sopportare l’insopportabile ed a volte per farlo diventare un vantaggio per se stesse, perché si deve sempre fare di “necessità virtù”, ma senza mai ribellarsi apertamente, perché custodi di quel modo di vivere, e se un’altra donna ne voleva uscire fuori si chiudevano a riccio per preservare l’esistente. Le donne molto anziane però alcune volte sembrano più “moderne” di quelle delle generazioni successive, forse meno moraliste e più aperte nel comprendere e risolvere a modo loro i drammi della vita:  dai tradimenti, alle separazioni, dalle nascite alle morti, sempre con un orecchio pronto ad ascoltare, con qualche proverbio da cui essere sostenute e con una soluzione pratica da proporre, senza troppi turbamenti “psicologici” che affliggono le più giovani, sono state abituate dalla vita a indurirsi: tra la guerre, la povertà, la violenza, le tante morti di parenti e anche di figli,  si sono anestetizzate in parte dal dolore e rese  dure, con una scorza arida al cuore, come spesso è quella pelle indurita di certe signore molto in avanti con gli anni. CONTINUA

La mia rubrica di cucina su cinisionline.it

In questi ultimi giorni alcune novità per Agave blog e per me, ho finalmente deciso di prendere il dominio personalizzato per il mio blog, dopo sei anni ho deciso di fare questo passo e quindi adesso si potrà trovare scrivendo semplicemente http://www.agavepalermo.com

L’altra novità per me molto bella è che ho cominciato a collaborare con http://www.cinisionline.it dove terrò una rubrica di cucina siciliana che si chiama “A Favorire”.  Sono molto contenta, il primo articolo è sul “Caciocavallo all’argentiera” una ricetta di cui fin ora non avevo mai scritto.

Buona lettura

caciocavallo all'argentiera       Caciocavallo

La Sicilia è un’isola indecifrabile e dal grande fascino, ricca di contrasti e contraddizioni che riescono misteriosamente a convivere creando strani ed inaspettati equilibri.

E’ una terra dove si incontrano e si scontrano il bene ed il male, abitata da un popolo a volte indolente, ma dagli improvvisi slanci passionali ed è una terra dolce ed aspra e questo si esprime anche nella sua cucina, la cui filosofia di fondo è proprio l’armonia tra gli opposti… CONTINUA  

La “Festa di li Schietti” a Terrasini e la Settimana Santa in Sicilia

Il periodo della Settimana Santa accomuna ogni grande o piccola città della Sicilia per la presenza di celebrazioni e festeggiamenti che spesso uniscono la sacralità religiosa con antiche tradizioni primaverili di origine pagana, che simboleggiano la rinascita dopo la morte e coinvolgono moltissime persone che, da protagoniste o da spettatrici, partecipano in massa ad eventi di grande impatto emotivo che con teatralità enfatizzano i sentimenti umani, dalla tristezza alla gioia e nella metafora pasquale, dalla passione alla resurrezione.

festa de li schetti
Ogni festeggiamento si arricchisce di elementi originali che variano per grandi o piccoli particolari nelle differenti città, momenti carichi di suggestione, sofferenza , superstizioni, enfasi e pathos, dolore e dissacrazione. continua

“A Persica cu vinu”, il mio bisnonno e gli ‘gnuri palermitani.

D’estate i palermitani amano mangiare fuori, frase con cui si può intendere il mangiare al ristorante  oppure… in balcone: sempre di stare fuori casa si tratta e per di più all’aperto, senza il bisogno di stordirsi con la cosiddetta aria confezionata.

Quando c’è caldo e si decide di mangiare all’aperto, in giardino, campagna, al tipico villino che la maggior parte dei palermitani possiede, o in extremis nel balcone di casa, serve qualcosa di fresco e dissetante, in questi casi l’ideale per i palermitani è una bella fetta di muluni, ma una valida alternativa è anche “a persica cu vinu” (la pesca col vino).

 persica cu vinu

La persica col vino piace tantissimo ai palermitani che infatti  la portano pure al Festino di Santa Rosalia, perché si “accoppia” bene con i babbaluci, è rinfrescante e gustosa e mangiare i pezzetti di pesca estraendoli dal bicchiere con la forchetta è una vera goduria.  In passato era un tipico cibo da taverna, veniva servita nelle cosiddette “cannate”, dei grandi boccali di vetro, e insieme alle uova sode, alle fave a cunigghiu, ai babbaluci, al mussu a stricasali etc, era uno dei cibi che fungeva anche da passatempo. Si innaffiava il tutto con litri di vino e si giocava al “tocco”, classico gioco che stimolava gli avventori a bere sempre di più. continua

Il “treno speciale” della Sicilia

Qualche tempo fa ho scritto un post in cui introducevo una nuova rubrica di questo blog dedicata al mio modo di concepire il viaggio, in quell’articolo parlavo del mio primo vero viaggio avventuroso cominciato in un “tipico autobus palermitano”, qui vorrei continuare a scrivere del viaggio e “concludere” quella strana avventura che proseguì su di un ancora più bizzarro mezzo di trasporto: il treno, ma non un treno normale, un  “treno speciale siciliano per una manifestazione”  e se già i treni che viaggiano dalla Sicilia sono davvero unici nel loro genere, quelli destinati ai  manifestanti sono veramente singolari.  continua