Aggiornamenti: il caldo, l’orto, la compostiera e la rubrica su blog di cucina

Qui l’estate è già arrivata, l’aria è calda, il sole infuocato. Ci eravamo riproposti di fare qualche lavoretto di manutenzione, tra cui il più impegnativo, riverniciare tutte le ringhiere di ferro ormai cotte dal sole, lavoro più volte rimandato, prima per due gocce di pioggia, poi per il vento, ed ora? E’ arrivato il caldo afoso… o forse è solo “questione di lagnusia”, ma la povera inferriata dovrà aspettare un po’, esisterà una stagione adatta per riverniciare?

Speriamo che il caldo giovi invece al nostro orticello che continua a svilupparsi. E’ una specie di miracolo vedere delle piantine microscopiche

crescere giornalmente.

Fioriscono

e promettono di darci qualche frutto.
Soprattutto sono incredibili le piante di pomodoro,

alte tanto da richiedere un cannucciato fatto con delle canne raccolte nella spiaggia di San Cataldo e intrecciate con perizia dal nostro caro cugino esperto in ortaggi aiutato da Massimo, e sotto il mio sguardo attento (insomma ammetto che mi sono limitata solo a guardare).
Non so perchè ma mi sono innamorata di questa rete di canne intrecciate, reminiscenze infantili, avrei voluto costruire una capanna, una palafitta, una zattera (quelle dei naufraghi in un’isola, non quella dei famosi però, please!), una cesta, una casetta su un albero…
Mi sono accontentata del sostegno ai pomodori alla fine!
Le piante che soffrono maggiormente sono quelle di melanzana e peperoni perchè non ricevono molti raggi solari e rimangono un po’ rachitiche, speriamo bene!

La pianta di cetrioli invece cresce ed io la osservo con sospetto,

perchè i cetrioli proprio non li digerisco, avrei preferito delle belle melanzane da friggere in padella, quelle si che il mio stomaco le apprezza!

Dopo le evoluzioni dell’orto, quelle della compostiera che ancora esiste. Contro ogni mia previsione iniziale, io continuo imperterrita a dividere l’umido e buttarcelo dentro triturandolo prima, questo significa che non è mai troppo tardi per imparare e fare qualcosa, per impegnarsi ad essere più civili, purtroppo la situazione immondizia è molto grave, e adesso il caldo peggiorerà le cose. Io ho visto che grazie alla compostiera ho ridotto tantissimo la produzione di rifiuti (almeno della metà), è pure utile per chi non ama andare a buttare l’immondizia, si riducono di tanto i viaggi dotati di sacchetto maleodorante verso i cassonetti puzzosi.

Purtroppo da un po’ non ho la macchina fotografica e quindi mi sarà difficile far vedere le tante bellezze che ci circondano, un consiglio però per chi è in zona, il primo è visitare Carini, dove c’è il bellissimo castello (quello della baronessa di… Carini, ovviamente!) e poi la pineta di Balestrate (vicina ad una bella spiaggia anche se molto affollata), dove però non c’è nemmeno un pino, ma tanti eucalipti (ma perchè allora la chiamiamo pineta? misteri nostrani). Magari mi faccio prestare una machina fotografica e faccio un post su questi posti!

Ultima cosa, e già chi ha avuto la pazienza di arrivare a leggere tutto ciò meriterebbe un premio! Sulla rubrica “Sicilia in tavola” su blog di cucina è stato pubblicato un nuovo post su un dolce tipico di Terrasini. Mi sono appellata a tutti i blogger siciliani per arricchire la rubrica che curo, mi piacerebbe che non ci fossero solo le mie ricette palermitane, ma anche quelle di altre città della Sicilia e così rinnovo il mio appello anche qui, mandatemi via mail le vostre ricette tipiche (con foto) che io presenterò con una introduzione e certamente citerò la fonte di provenienza. Ho già avuto delle adesioni e la prima incredibilmente mi è arrivata proprio da una blogger di Terrasini, Fabiola, troverete quindi su blog di cucina la sua ricetta presentata da me!

Infine, ecco qui un piccolo nido che abbiamo involontariamente trovato tra le piante rampicanti,

abbiamo cercato di non disturbare e così la mamma capinera ha continuato a curare le sue uova
che ora sono diventate dei piccoli uccellini che crescono bene, che bella la natura!

La nostra compostiera

Se a Palermo, come scrivevo già tempo fa, e come è tristemente noto, la situazione dei rifiuti è grave, anche in provincia non si scherza. A Terrasini non ho ancora visto un cassonetto dell’immondizia, e questo mi sembra molto positivo se pur misterioso, ma ogni tanto da qualche balcone ho visto pendere un sacchettino attaccato ad un laccio (tipo paniere), strana abitudine o un diverso modo di prelevare i rifiuti? Non voglio giungere a rapide conclusioni, mi informerò meglio, magari era un caso isolato. In compenso nelle strade larghe alla periferia del paese, ci sono lunghe filiere di cassonetti ripieni di montagne dei soliti “variopinti pacchetti” e contornati da mobili di ogni genere, vecchiume vario, luoghi di ritrovo di cani e gatti (insomma delle specie di gratuiti pub a quattro zampe).

Ora sarà per queste visioni non proprio auliche o perchè avere un giardino (se pur piccolo) spinge a certi desideri, abbiamo deciso di intraprendere una nuova impresa: costruire una compostiera.
Insomma, se possiamo trasformare i nostri casalinghi scarti in concime per le piante, perchè non farlo?

Prendendo così ispirazione da vari blog, tra cui quello di Danda, abbiamo cominciato a capire le basi fondamentali del compostaggio e abbiamo iniziato.

Prima decisione: Non acquistare la compostiera, potevamo costruircela noi con materiali di riciclo (ops, mi sento una vera ecologista!).
Primo passo: trovare tali materiali nello scantinato di mio nonno, abbandonato da anni, pieno di tutto (perchè mio nonno è un palermitano doc, ma non butta niente, conserva tutto perchè “non si può mai sapere…”), serrande, mobilucci rotti, sedie sfondate, latte di vernice solidificata, milioni di bottiglie di vetro, bidet e lavabi fuori uso, ed altro, altro ancora. Il primo pensiero dopo aver aperto lo sportello dello scantinato? Richiudiamolo subito! Ma poi abbiamo trovato delle cassette di legno e sembravano perfette!
Secondo passo: cominciamo a schiodare delle assi, rompere legnetti e chiodi arrugginiti, accorpiamo il tutto e la compostiera è fatta.

Dubbi e ripensamenti: è troppo brutta? reggerà? Sarà un po’ troppo infradicita dal tempo?
Risposte e fatalismo: deve contenere rifiuti, non gioielli, se mai si vedrà…
Terzo passo: scelta della ubicazione. Giro di tutti gli angoli del giardino, “lì è troppo esposta, là non ci sono alberi, lì è difficile da raggiungere (ricordiamoci sempre la lagnusia), ecco, qui può andare!” Un bell’angolino sotto un grande albero e una “pala di ficodindia” , pochi passi da casa, ma a una certa distanza (chissà dovesse emanare strani odori).
Quarto passo: foto per celebrare l’opera.
Ho cominciato a riversare in questa costruzione i miei rifiuti, per ora tutta contenta di triturare ben bene gusci d’uova e bucce varie, speriamo non sia solo l’entusiasmo della novità. Certo subito dopo averla fatta, la pioggia incessante, ora vedrò di recuperare il tutto, tra cui allontanare la folla di moscerini venuta a visitare (ma senza fare la fila e pagare il biglietto) questo pezzo da museo.
Ancora non so se si realizzerà l’auspicato concime, bisognerà aspettare almeno sei mesi (saremo ancora qui? mah! si vedrà), però mi sento soddisfatta. E domani forse realizzerò il mio primo orticello (e pensare che ho sempre usato questo termine solo per dire “non bisogna pensare solo al proprio orticello”) di piccole dimensioni, con una decina di piantine di pomodori e melanzane. L’avevo detto io: “voglio andare a vivere in campagna ah ah”.

p.s. a tutti gli esperti in compostiere: “datemi i vostri preziosi consigli, please!”